Tuchel ha lucidato il Chelsea

Se non possiamo considerare il Chelsea la squadra dominatrice assoluta dello scorsa sessione estiva di mercato europeo, poco ci manca. Perché Roman Abramovic, dopo il blocco di mercato imposto dalla Uefa ormai due stagioni fa, è tornato tra giugno e agosto a mettere pesantemente mano al portafogli per aggiudicarsi talenti del calibro di Havertz, Werner e compagnia cantante. Le premesse sul campo erano quindi in linea con gli investimenti, soprattutto dopo la stagione di ripartenza post-Sarri molto positiva e con una rosa molto giovane nel segno di Frank Lampard. Che però, nei mesi iniziali di questa nuova annata, di fronte a giocatori di tasso tecnico molto più elevato ed esperienza ha incontrato molte difficoltà nel far esprimere la squadra al massimo delle sue potenzialità.

Ecco perché il direction board dei Blues ha optato in panchina, senza pensarci troppo, per la soluzione Thomas Tuchel, reduce dall’esperienza precedente il Germania con il Borussia Dortmund ma soprattutto dalla finale di Champions League raggiunta lo scorso anno alla guida del Paris Saint-Germain di Neymar e Mbappè.

L’impatto di TT in Premier League e in tutto il mondo Chelsea in generale è risultato immediatamente positivo: 10 risultati utili (6 vittorie e 4 pareggi, 2.2 punti x partita) in campionato, 2 gare vinte su 2 in FA Cup e altrettante in Champions League, nella doppia sfida contro l’Atletico. In sostanza senza mai perdere, trovandosi così ora quarto in classifica a quota 51 punti e in piena lotta in Europa.

Tuchel a colloqui con i suoi giocatori.

Sul piano tattico Tuchel ha proposto abbastanza inaspettatamente questo 3-4-2-1/3-4-1-2 molto fluido e solo raramente alternato al suo classico 4-2-3-1, proponendo però la consueta manovra molto diretta e finalizzata a offendere e divertire contro qualsiasi avversario si presenti sul percorso. Ha rivitalizzato un quasi desaparecido Marcos Alonso a tutta fascia, sta dando spazio ad Hudson-Odoi, ma più di tutto sta riuscendo nell’intento di far convivere le stelle che compongono il reparto offensivo (tra tutti gli stessi Havertz, Werner ma anche Ziyech, Abraham, Giroud e Mount) su una trequarti molto dinamica, mobile, imprevedibile e creativa. Ha dato un forte equilibrio al centrocampo e dà grandissima fiducia a una linea difensiva chiamata a stare alta e aggressiva anche grazie alla guida di Rudiger e un leader come Thiago Silva.

Lo schieramento del Chelsea di Tuchel ad Anfield sulla base di un 3-4-2-1 molto chiaro.

Dal doppio confronto europeo contro l’Atletico di Simeone, è emersa candidamente l’impressione di una squadra che sta benissimo mentalmente ed è in piena fiducia, perché il savoir faire del manager tedesco porta ogni interprete a sentirsi o esprimersi nelle condizioni migliori e spinge ad andare al di là dell’ostacolo. Qualcosa di non scontato nei primi mesi di questa stagione con Lampard.

Tuchel abbraccia Mount, uno dei riferimenti offensivi del Chelsea.

In questo momento le prospettive del Chelsea sono buone, anzi ottime: i primi quattro posti, con annessa qualificazione alla prossima Champions League, sono tranquillamente alla portata e la possibilità di passaggio del turno nell’edizione della massima competizione europea contro il Porto appare non troppo remota o lontana, senza considerare il cammino che proseguirà anche in FA Cup.

Ma il lavoro di mister Tuchel sarà fondamentale principalmente per permettere a tutti i grandi talenti in rosa di maturare dopo i grandi investimenti e creare le basi solide per un progetto prossimamente vincente. Un tedesco brillante, una squadra inglese e una società che vuole tornare a toccare vette altissime. L’esempio di Jurgen Klopp a Liverpool lascia ben sperare.