La Lazio di Sarri è centrocampocentrica

Tra i tanti cambiamenti portati da Maurizio Sarri dal suo arrivo a Roma, c’è stato spazio anche per una delle conferme probabilmente più scontate ma anche più in linea con le precedenti stagioni della gestione Inzaghi: il reparto di centrocampo a tre. Come sempre il Comandante è partito da questo tassello irrinunciabile, e – viste le caratteristiche degli interpreti a disposizione – si può fare tutto tranne che dargli torto.

L’idea di partenza del tecnico ex Napoli, Chelsea e Juventus è stata ovviamente quella di puntare su un reparto mediano molto codificato, preciso, legato a livello prettamente tattico e soprattutto già abbastanza oliato. Proprio per questo nella sua mente i titolari sarebbero dovuti essere, per gran parte della stagione, i più esperti e consolidati del centrocampo: Milinkovic-Savic, Lucas Levia e Luis Alberto, al netto delle voci di malumore e possibile trasferimento turbolente ma alla fine sventate al termine del calciomercato.

La vera “rivoluzione”, però, rispetto all’era Inzaghi è la crescente e sempre più convincente presenza di Danilo Cataldi (27 anni) da vertice basso e centro-mediano metodista in luogo di un Leiva (34) che nelle prime uscite aveva iniziato a dare qualche segnale e strascico di ruggine importante. Cataldi ha avuto nelle passate stagioni un ruolo da buon comprimario ma sicuramente non di straordinaria importanza nelle gerarchie dell’attuale allenatore dell’Inter, che lo ha sempre interpretato da alternativa sia nel ruolo di mezzala che, a fasi alterne, anche nell’odierna e probabilmente definitiva posizione di mediano davanti alla difesa. Oltre a essere cresciuto esponenzialmente, Cataldi permette a Sarri di impiegare contemporaneamente gli altri due titolari SMS e Luis Alberto, a differenza di quanto ripetuto più volte in conferenza stampa dal tecnico toscano.

Inzaghi e Sarri rispettivamente sulle panchine di Lazio e Napoli in un match al San Paolo: destini incrociati.

Considerando la complessità e la totalità della rosa, quindi, la “regola del 3” di questa stagione prevede praticamente tre alternative di buon valore in ogni singola posizione del centrocampo di Maurizio Sarri.

A partire da quello di mezzala destra, perché se il titolare indiscutibile e indiscusso è il Sergej Milinkovic-Savic che porta intensità, fisico, inserimenti e status, Sarri ha provato in quella posizione anche lo stesso Luis Alberto, ovviamente con caratteristiche molto diverse quali gestione del pallone, del ritmo e della manovra che gli permettono di avere probabilmente meno libertà rispetto al ruolo di mezzala sinistra, ma che gli consentono una soluzione da non sottovalutare: la palla tagliata alle spalle della difesa per Ciro Immobile, sia in verticale che crossando dalla trequarti di campo offensiva. La terza pedina di questa specifica posizione sullo scacchiere biancoceleste è Akpa Apro, il quale con valori e attitudini ancora differenti, garantisce – quando chiamato in causa – una buona dose d’intensità nonostante debba chiaramente ancora entrare appieno nella filosofia del suo allenatore.

Milinkovic-Savic esulta dopo il gol d’apertura di questa stagione 21/22 a Empoli: impatto determinante del serbo.

In mezzo i compiti richiesti al “fulcro” di gioco in impostazione sono sempre gli stessi che Sarri ha voluto estrapolare in passato dai vari Valdifiori, Jorginho, Diawara, Pjanic o in parte Bentancur: grande ordine in avvio di manovra, posizionamento, personalità, velocità di esecuzione, smarcamento, verticalizzazione, gioco associativo con i compagni, comando della fase di pressione in avanti e di recupero palla ma soprattutto grande continuità nella manovra articolata e spesso prolungata tipica del sarrismo. Ecco, ciò che probabilmente non aveva mai inserito nel bagaglio Cataldi, che però ha in questa stagione una grande occasione per prendersi tutto quello che, per un motivo o per l’altro, finora gli era sempre sfuggito. Partito piano ma con applicazione, ora il ragazzo proveniente delle giovanili laziali e chiamato recentemente in nazionale sembra irremovibile in mezzo al campo per Sarri e anche per i compagni. Ottima gestione del pallone a due tocchi, grande intensità, buona fase difensiva e di pressione sul regista avversario, ma anche personalità nel verticalizzare, come in occasione del gol di Pedro a Bergamo contro l’Atalanta propiziato proprio dal movimento di Immobile e dalla parla molto interessante di Cataldi; anche se la curiosità più grande è capire quanto potrà migliorare ancora da qui a fine stagione e magari con lo sguardo ancor più proiettato nel futuro, con un insegnante di calcio come l’attuale figura seduta sulla panchina della Lazio. Lo dicevamo prima: Lucas Leiva sembra avere un ruolo di secondo piano e sicuramente avrà comunque il suo spazio, ma attualmente non può minimamente garantire la mole di lavoro messa sul campo dal regista italiano, in nessuna delle due fasi di gioco. La terza e – fino a questo momento – mai scelta è l’opzione che porta a Gonzalo Escalante (28), spagnolo ex Eibar che probabilmente avrà pochissime occasioni di scendere in campo ma che rappresenta per fisicità e caratteristiche un’altra soluzione potenzialmente gradita da mister Sarri.

Cataldi in impostazione all’Olimpico al centro della Lazio di Sarri: crescita nelle due fasi.

Poi, ovviamente, per completare il reparto, la pedina più discussa di quest’avvio di stagione: quella di mezzala sinistra. Ovviamente il titolare designato, come detto, è il mago Luis Alberto con la sua qualità, il suo livello e tutta la sua creatività in grado di far saltare il banco. Spesso però abbiamo visto dal primo minuto un nuovo volto dell’estate biancoceleste, e cioè Toma Basic. L’ex Bordeaux è entrato immediatamente nei concetti e nel credo del suo nuovo tecnico, che gli ha dato infatti immediatamente fiducia anche in match d’alta quota (per esempio contro l’Inter all’Olimpico). Il centrocampista mancino 24enne in questa zona di campo offre equilibrio, buona fisicità, attenzione tattica, applicazione, presenza atletica, dinamismo e anche qualche buon inserimento, come testimoniano il gol d’apertura in Europa League contro la Lokomotiv Mosca e l’assist fornito a Immobile nella penultima ultima partita con l’Atalanta prima della sosta. La terza opzione in questa posizione è ancora una volta Sergej Milinkovic-Savic, come anche Akpa Apro, in grado ovviamente per necessità anche di traslocare sull’altro mezzo lato del centrocampo.

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Sarri e Luis Alberto quest’estate alla ripresa della stagione in corso: chiarimento d’intenti.

Se, come si è più volte affermato da inizio stagione, la rosa biancoceleste non è certamente lunghissima e profonda in alcuni ruoli anche di fondamentale importanza (al centro della difesa, sulle corsie esterne difensive e offensive), il reparto di mezzo rappresenta però una certezza sia a livello numerico che di qualità degli interpreti, soprattutto se guidati da un tecnico che tende a valorizzare al meglio e far crescere nel tempo ogni singolo elemento a disposizione. 

Oltre agli indubbiamente qualitativi giocatori offensivi, tra cui il bomber e finalizzatore totale Immobile, il ritrovato Felipe Anderson e l’eterno Pedrito, il vero punto di forza della Lazio 21/22 rimane appunto il centrocampo, da cui Maurizio Sarri ha cominciato a costruire un edificio con ottime fondamenta ma verosimilmente destinato a svilupparsi verso l’alto in questo e nei prossimi anni del suo mandato a Roma.