Il treno di Federico Dimarco

Lo abbiamo conosciuto, poi quasi perso, e poi, in questa stagione, apprezzato. Terzino sinistro di piede mancino dell’Inter in prestito al Verona, che però ha un diritto di riscatto molto basso fissato a 6,5 milioni di euro, Federico Dimarco arriva da un percorso giovanile proprio passando dalla primavera nerazzurra.

Il classe ’97 (23 anni compiuti) fa registrare 175 cm per 76 kg e una buona struttura in quanto brevilineo, con baricentro basso e quindi molto reattivo e presente nella parte bassa del corpo.

DOVE ECCELLE

Di marco è indubbiamente un esterno di spinta, dotato di un mancino molto educato che gli permette di essere molto pericoloso sia quando va sul fondo che quando crossa dalla trequarti con palloni tagliati: tanti e precisi (ben 5 assist in questa Serie A).

Ha una buona associazione con i compagni ma indubbiamente è un giocatore che dà il meglio di se quando arriva in corsa direttamente a mettere palloni interessante in mezzo all’area, oppure quando l’azione si sviluppa sul lato opposto e lui arriva a concludere con tempi giusti (4 gol in A quest’anno).

FD3 gode di ottimo temperamento, buona continuità di corsa e rendimento nel corso della partita, ha buona personalità e grandissimo dinamismo. E’ dotato di buoni tempi di gioco che gli permetto, soprattutto nel breve, di rubare ampio spazio agli avversari.

DOVE DEVE MIGLIORARE

Sicuramente Dimarco deve sviluppare la sua fase difensiva contro esterni offensivi più strutturati e dal passo più lungo del suo. Gode di buonissima reattività, questo si, ma spesso concede anche perché è un terzino da sempre avvezzo a mantenere la concentrazione più alta quando attacca rispetto a quando difende.

Inevitabilmente quindi può soffrire spesso dal punto di vista fisico, del contrasto diretto o quando nella sua area è chiamato a contrastare per vie aeree gli avversari più strutturati che si presentano davanti a lui o comunque nelle vicinanze.

Dimarco in difficoltà nel difendere contro Hateboer nel match tra Verona e Atalanta.

Poi sicuramente il terzino italiano ha ancora qualche margine di miglioramento nell’associazione, perché – come abbiamo detto – spesso preferisce sfondare sulla corsia e andare direttamente sul fondo piuttosto che fraseggiare o rendersi partecipe di manovre più ragione, pulite e precise nell’impostazione dal basso.

CONTESTI DI GIOCO

Possiamo dire che quest’anno è arrivata un’ottima esplosione del suo potenziale nel 3-4-2-1 di Juric: Dimarco ha fatto per larghi tratti l’esterno di centrocampo al posto di Lazovic (ruolo in cui arriva molto spesso a concludere), ma si è disimpegnato bene anche nel ruolo di terzo centrale di difesa quando necessario,  anche se in questo caso, in fase di impostazione, spesso Juric abbassa Ilic o Miguel Veloso (i due che più spesso vengono scelti nel ruolo di mediano di sinistra) da terzo centrale di sinistra e permette perciò a Dimarco di Alzarsi comunque praticamente sulla linea dei centrocampisti.

Il grande rapporto instaurato da Juric con Dimarco. Quest’anno il tecnico ex Genoa ha indottrinato perfettamente l’italiano che ha risposto presente.

Questo descritto del Verona 20/21 sembra poter rappresentare abbastanza fedelmente il suo scenario perfetto: grande intensità, spinta costanza, giocate sopra-ritmo, scambio di posizioni, gioco molto diretto, tanti cambi di lato, azione che parte da un lato e si conclude dall’altro.

PROSPETTIVE

In sistesi e per concludere, dalle sue esperienze precedenti Dimarco pare essere un giocatore “da sistema” che ha bisogno e necessità anche di un ottimo motivatore dalla panchina che sia in grado di fornirgli la giusta dose di stimoli e impulsi. Per quando sia difficile e improbabile che possa diventare l’esterno titolare di una big per parecchie stagioni, il 23enne ora al Verona può sicuramente crescere e poter diventare, chissà, magari una valida alterativa sia per la corsia dell’Inter di Conte che per quella della Dea di Gasperini. Guarda caso due squadre che, al di là del sistema difensivo a tre e dell’intensità, condividono con il Verona di mister Ivan Juric in cui si è affermato Dimarco anche tante altre caratteristiche come l’importanza degli esterni di centrocampo, gli inserimenti costanti dei centrocampisti, la grande tenacia ma anche l’alternanza tra attacchi in buona parte verticali o più diretti e quelli invece maggiormente avvolgenti e manovrati. 

Un concentrato tecnico/tattico riconoscibile che ci permette di ipotizzare e di dare seguito ai buonissimi segnali lanciati da Dimarco in questa stagione: il ragazzo si farà e i contesti di medio-alto livello in cui poter far molto bene e dare un grosso contributo nei prossimi anni sembrano esserci. Ora spazio alle ulteriori dimostrazioni del classe ’97 mancino, che qualche stagione fa era considerato uno dei possibili top del ruolo.