Il futuro: Nicolò Rovella

Torniamo al 2001. L’anno in cui nasce Nicolò Rovella, regista italiano cresciuto nella Primavera del Genoa e ora in prestito proprio al Grifone ma, dal gennaio scorso, già di proprietà della Juventus.

179 centimetri per 70 kg, il centrocampista valutato 4 milioni di euro da Transfermarkt trova i suoi punti di forza nella tecnica, nel passaggio, nell’impostazione con una grossa visione di gioco e con eleganza, in capacità balistiche e traiettorie da far invidia ai maestri più navigati del ruolo.

La posizione preferita è indubbiamente quella di vertice basso d’impostazione, tant’è che i suoi moduli ideali potrebbero essere il classico 4-3-3 o il 3-5-2 che Ballardini sta proponendo attualmente a Genova, concedendogli però non troppo spazio.

Dove si esalta – Rovella si esalta quando ha la palla tra i piedi, quando può gestirla, dettare i tempi, controllare il ritmo di gioco. Ha una grande visione e legge in anticipo le giocate, tempi di esecuzione sopra la media. E’ un centrocampista molto elegante e tecnico che raramente sbaglia la scelta di gioco. Giocatore molto associativo e di personalità: si fa dare il pallone, chiama il compagno, è presente in tutte le situazioni di possesso e sa sempre dove posizionarsi.

Personalità. Rovella chiama palla, si fa sentire con i compagni più esperti e con l’arbitro, interagisce e non ha paura.

Dove deve migliorare – Sicuramente a livello fisico/atletico e di intensità. Il ragazzo ha una corsa molto fluida ma deve incrementare la dose di resistenza nelle gambe, irrobustirsi, adattarsi a un calcio molto muscolare come la Serie A. Questo senza snaturare troppo il suo dinamismo nel breve e la sua agilità nel cambiare direzione in modo disorientante per l’avversario.

Nonostante la grossa differenza fisica, Rovella prova con coraggio a contendere il pallone a Romelu Lukaku a San Siro contro l’Inter.

Il calcio più adatto – Il contesto che al momento sembra più adatto per Rovella è indubbiamente un calcio di possesso e dominio del gioco (per esempio da regista nel calcio di Sarri, o centrocampista d’impostazione in una squadra di De Zerbi). Può adattarsi sia a idee di gioco molto codificate sin dalla costruzione dal basso sia a sistemi che danno più importanza ai singoli, e che quindi prevedono giocate più estemporanee oltre che largo spazio alla creatività del momento.

Il potenziale – Al momento è difficile delineare un punto di arrivo di un talento con così tanti margini di miglioramento. Se trova l’allenatore, il background societario e il contesto giusto (come la combo De Zerbi+Sassuolo per la crescita di Locatelli) può sicuramente diventare in pochi anni uno dei centrocampisti di costruzione più importanti del nostro campionato, e non solo. Per potenzialità, aspettative e prospettive in ottica futura potrà sicuramente ricoprire il ruolo di regista titolare in nazionale e ai massimi livelli del calcio europeo per proseguire poi la strada percorsa prima da Pirlo e prossimamente magari  proprio da Locatelli, passando per Jorginho: Nicolò Rovella non deve porre limiti alla sua crescita.