Attratti da Messias

Ci ha colpiti. Indubbiamente. E lo ha fatto sin dalle prime apparizioni in Serie A di questa stagione con la maglia del Crotone per qualità, personalità, incisività e bellezza nel suo gioco. C’è qualcuno che lo conosce addirittura da prima che toccasse il terreno di gioco della massima serie, ma probabilmente neanche costoro si aspettavano un rendimento da subito così brillante.

Junior Messias in Crotone-Juventus a inizio stagione: qui in 1 vs 1 con Demiral.

Tutto ciò non era affatto scontato, perché Junior Messias arriva dalla Serie D (Chieri), passando per la Serie C (Gozzano) subito dopo essere stato addirittura svincolato; sappiamo quanto sia difficile scalare le categorie, soprattutto quando si ha una certa età. E anche sotto questo punto di vista Messias ha stupito, perché è arrivato in Serie A all’età non più tenerissima di 29 anni. Insomma, non è più un giovincello ma da qualche anno ha deciso di non voler smettere di stupire se stesso, chi lo guarda e spingersi sempre più avanti.

Non solo è arrivato in alto, ma c’è da sottolineare come: Messias è gran parte della costruzione offensiva del Crotone e, con i suoi 8 gol + 5 assist in 30 presenze totali tra A e Coppa Italia, ha formato e sta formando con Simy un reparto molto interessante e produttivo, ma soprattutto è sempre stato ed è costantemente il riferimento del gioco del sistema dei rossoblù.

Qualche skill di Messias in questa stagione e una domanda: “perchè nessuno parla di Junior Messias?

Prima al centro del progetto Stroppa e ora in quello di Serse Cosmi, che gli ha dato anche ultimamente la definitiva consacrazione rispondendo alla domanda su chi preferisse avere in squadra tra lui e Simy se si trovasse ad allenare una big: “Simy fa comodo a tanti perché fa gol, ma Messias può giocare in tutte le squadre del campionato, può fare la seconda punta, l’esterno e anche la mezzala offensiva”.

Detto, fatto. Perché nel match esterno con lo Spezia il classe ’91 è stato impiegato per una delle prime volte da mezzala destra ultraoffensiva a piede invertito, posizione che secondo Cosmi potrebbe appunto ritagliarsi in squadre di alta classifica. Messias, ovunque si trovi, mette sul campo qualità, tecnica, dribbling, soluzioni offensive, traccianti illuminanti, assist per i compagni, conclusioni raffinate ed efficaci, ma soprattutto buona continuità nel corso nella partita, a differenza di tanti altri giocatori qualitativi.

L’impressione per il suo ruolo, però, senza spendere paragoni tecnici, sul livello o sulle potenzialità del giocatore, è un po’ la stessa che si aveva quando il Paulo Dybala di Palermo si apprestava ad approdare alla Juventus di Max Allegri. Il tecnico toscano affermò: “Dybala può fare la punta al Palermo perché gioca e parte da 50 metri dalla porta, ma in una grande si gioca più a ridosso dell’area avversaria e quindi deve partire da più indietro, quasi da trequartista”.

Ecco, questa potrebbe essere un po’ la chiave per capire dove collocare Messias: attaccante se viene impiegato in un contesto dove il baricentro è basso, mentre seconda punta, trequarti, o addirittura mezzala se il sistema richiede un baricentro più alto e una presenza costante nella metacampo avversaria, sostanzialmente per permettere al brasiliano di giocare sempre nella stessa posizione sulla fascia della trequarti tra le linee per poi imbucare o andare al tiro personalmente saltando qualche avversario, con una buona dose di libertà.

Un match dello scorso anno in Serie B: Messias parte da seconda punta di fianco a Simy ma si abbassa e si apre molto sul lato destro in fase di sviluppo azione.

Non sappiamo cosa riserverà il futuro prossimo al fantasista ventinovenne, ma la sensazione, del resto già confermata proprio da Cosmi, è che anche se il Crotone non dovesse farcela, qualcun altro potrebbe dare la chance a Messias di restare nella massima serie e tenerci ancora incollati allo schermo quando porta e conduce la palla con il suo mancino delizioso.