Papu-Pessina: com’è cambiata la Dea

Partiamo dalla fine. Nel doppio confronto con il Real Madrid in Champions League all’Atalanta è mancato enormemente e innegabilmente il suo ex capitano, Papu Gomez, per qualità, fantasia, capacità di spaccare le linee, trovare la giocata fuori dagli schemi e soprattutto per l’abilità di mandare a vuoto il pressing avversario con un cambio di direzione o una finta secca e decisa.

Dal suo addio di gennaio la Dea è cambiata, e non possiamo dire con certezza assoluta se ora sia meglio o peggio. Sicuramente però è passata dalla manovra sulla trequarti molto qualitativa e imprevedibile di Gomez a trame più dirette, molto verticali e basate sull’intensità e il tempo degli inserimenti senza palla di Pessina. Da questo punto di vista molto in linea con il calcio frenetico, fisico e tremendamente dinamico che si gioca oggi.

Pessina gioca il pallone di piatto trovandosi tra le linee e seguito da Amrabat nel match tra Atalanta e Fiorentina del Gewiss Stadium.

Differenze nel gioco del resto confermate anche dai numeri raccolti finora in questa stagione, con il Papu a metà tra Bergamo e Siviglia. Sia quelli offensivi, con Pessina che fa registrare nel confronto con il suo ex compagno 3 gol contro 6, 0.66 tiri a partita contro 1.47, 0.56 keypasses medi contro 1.17, e 1.78 dribbling (comunque non pochi) contro 3.1, ma soprattutto quelli difensivi perchè qui Pessina abbastanza prevedibilmente sovrasta l’argentino: 3 recuperi medi contro 1.4 (1.28 nella metà avversaria contro 0.63), 11 duelli vinti contro 9, 2.8 intercetti contro 1.27 e, qui complice ovviamente anche la struttura, 2.3 duelli aerei xMatch vinti contro 0.70.

Tatticamente, quindi, Gasperini è tornato quasi su sui passi e praticamente ai tempi di Bryan Cristante nel ruolo di trequartista d’incursione e intensità con il Papu che partiva e si allargava nella posizione di attaccante sinistro, zona nella quale ora si disimpegna sempre più spesso Muriel, diventato per certi versi quasi il regista offensivo della Dea.

Il match di Coppa Italia contro il Napoli: qui Muriel si allarga a ricevere e imbucare, Pessina vede lo spazio da coprire e lo attacca con ferocia centralmente.

Ma del resto è questa la soluzione per poter sostenere le due punte, lui e Zapata o Miranchuck e Lammers: è fondamentale che il trequartista sia un giocatore molto intenso e utile in entrambe le fasi. Pessina, così come le due alternative principali Pasalic e Malinovskyi, oltre che magari Kovalenko dalla prossima stagione dopo un po’ di apprendimento dei dettami gasperiniani. Questo in buona sostanza per formare in fase difensiva un 5-2 (+1), il trequarti, che spesso va a disturbare il regista o la mezzala avversaria che si abbassa o si apre a ricevere.

Così l’addio del Papu e la crescente consistenza di Pessina nelle due fasi hanno portato all’ennesima piccola modifica in un contesto che continua a funzionare bene pur cambiando e innovandosi in base alle esigenze. L’impressione è però che la nuova Dea di Gasperini difficilmente riuscirà a fare a meno di Pessina in quello che è diventato il suo nuovo ruolo. Visto che soprattutto non si affronta sempre il Real Madrid, e che con quasi tutte le altre squadre d’Europa l’intensità, abbinata a un eccellente dinamismo oltre che a buone soluzioni tecniche, ha dimostrato di poter portare spesso degli ottimi dividendi.