L’Atalanta può far bene a Romero

Dopo il Genoa e la Juventus, è l’Atalanta la terza squadra italiana nel destino di Cristian Romero. L’affare tra i bergamaschi e la società bianconera, proprietaria del cartellino, ha fatto discutere per le sue cifre (2 milioni per il prestito più altri 2 di eventuali bonus stagionali, e un diritto di riscatto fissato a 16) ma il corrispettivo massimo totale (20 milioni di euro), rapportato all’età di Romero – 22 anni – e alle 57 apparizioni in Serie A con la maglia genoana, giustifica pienamente l’investimento della Dea.

Dal momento del suo sbarco in Italia dal Belgrano, l’argentino ha dimostrato immediatamente grande potenziale scalando rapidamente le gerarchie nel Genoa di Ballardini prima, e di Juric poi. Dopo essere stato acquistato dalla Juventus la scorsa estate, quest’ultima stagione di Romero in prestito a Genova non ha portato alla crescita esponenziale e imponente che in tanti si aspettavano. Nonostante poi, il Cuti abbia disputato quasi tutte le gare continuando a dimostrare di essere comunque un giocatore di ottimo valore in prospettiva.

Le caratteristiche sul campo di Cristian Romero sono facilmente individuabili: è sufficiente seguire una sua gara completa con attenzione per comprenderne abbastanza chiaramente specialità e lati, invece, di debolezza. L’ex Belgrano è un difensore di piede destro, molto aggressivo sull’uomo, presente fisicamente, a livello muscolare e soprattutto sulle palle alte (supportato da una buona struttura fisica: 185 cm per 79 kg). Queste specifiche lo portano a compiere, come in questa stagione di Serie A, 1.7 contrasti e ben 2.5 intercetti a partita. Se parliamo di impostazione, Romero non è di certo un giocatore timoroso ma nemmeno una perfetta soluzione per avviare l’azione (88% di passaggi a buon fine, 2.7 lanci lunghi e 3.7 spazzate x90), ama provare a saltare la prima pressione degli avversari in dribbling, spesso correndo qualche rischio di troppo, ma dimostrando personalità e fiducia nei mezzi. I 13 cartellini gialli in 30 gare stagionali, però, rappresentano al momento la più grossa problematica del Cuti: la gestione disciplinare in certi frangenti di gioco.

Romero a contrasto con Vecino nel match di questa stagione contro l’Inter.

La nota positiva è in questo senso proprio il passaggio all’Atalanta, definito da pochi giorni. Un mondo in cui il suo carattere e la sua decisione nel gioco difensivo possono esaltare e anzi sposarsi con un sistema che fa dell’aggressività in avanti il suo principio fondamentale. Inoltre, un allenatore come Gian Piero Gasperini  – attento allo sviluppo di giovani con potenziale rappresenterà nella crescita di Romero un faro luminoso in grado di indicargli la strada.

Ma in che ruolo vedremo Romero nel 3-4-2-1 della Dea? C’è da dire che al Genoa l’argentino, quando impiegato in una difesa a tre, ha sempre ricoperto il ruolo di centrale puro. In quel ruolo alla Dea troverà un po’ di concorrenza, con il rientrante Caldara e la soluzione Djimsiti spesso utilizzato al centro dal Gasp, oltre ovviamente a Josè Palomino; tutta gente forse leggermente più pulita in impostazione e più attenta alla posizione. A destra, invece, c’è uno specialista del ruolo come Rafa Toloi, il quale però non ha un vero sostituto: probabile che Romero, viste anche le caratteristiche che lo spingono ad aggredire alto, a proporsi in avanti con la palla e a risultare molto elastico e rapido sull’uomo, possa essere presentato spesso in sostituzione e alternanza proprio del difensore brasiliano, oltre che al centro – come dicevamo prima – magari in situazioni di necessità.

Osservando la situazione dall’esterno, il sistema Atalanta appare candidamente come l’ambiente giusto per alzare il livello del classe ’98 e per pulirne i difetti ancora presenti e abbastanza limitanti nel suo gioco.

Qualcuno forse avrà ancora in mente l’ultima gara dello scorso campionato, tra Genoa e Verona, che ha sancito la salvezza dei rossoblù. Un match in cui c’è tutto Romero: gol del 3-0 con uno stacco imperioso su corner e doppio giallo nei 30 minuti successivi, il secondo a causa di un intervento al limite e fuori tempo.

In tutto ciò le potenzialità del ragazzo sono molto chiare, così come i margini di miglioramento. Se la linea del suo percorso proporrà una crescita costante e verso l’alto, limando qualche dettaglio senza rinunciare ai suoi punti di forza, le possibilità di diventare un grande difensore ai massimi livelli sono molto alte.