Come si inserisce Morata nella Juve di Pirlo

Alla fine è stato Alvaro Morata l’attaccante che ha messo fine alla ricerca spasmodica del numero nove da parte della Juventus. Lo spagnolo è giunto a Torino dall’Atletico Madrid in prestito biennale con varie opzioni per il riscatto, che in ogni caso complessivamente vedrebbero  la società bianconera sborsare circa 55 milioni di euro. Una cifra importante.

Inutile sottolineare, però, che l’acquisizione di Morata non ha rispecchiato la prima scelta della dirigenza bianconera per l’attacco: prima il forte obiettivo Milik sotto la guida Sarri, poi la volontà del neo-allenatore Andrea Pirlo di avere a sua disposizione Edin Dzeko, e parallelamente la possibilità di arrivare a Luis Suarez, lui che a un certo punto appariva addirittura una forte probabilità, più che un obiettivo. Tutto ciò però non può negare che Alvaro Morata sia sempre stato nei pensieri di Paratici e Cherubini, anche sottotraccia, perché l’anno e mezzo trascorso a Torino a cavallo tra il 2014 e il 2016 non è stato dimenticato, così come la volontà dello stesso ex Real Madrid di Tornare in Italia.

Ma che attaccante è, nel complesso, Alvaro Morata?

Sicuramente un attaccante molto duttile. In carriera ha ricoperto abbastanza indistintamente il ruolo di prima e seconda punta, senza mai raggiungere quote realizzative elevatissime (lo scorso anno, per esempio, 16 reti con la maglia biancorossa dell’Atleti), ma comunque mettendo a referto gol spesso decisivi nei momenti importanti. Sul campo, a Morata piace spaziare su tutto il fronte offensivo, magari allargandosi, ma poi attaccare con decisione la profondità. E’ molto bravo nel dialogo tecnico coi compagni, molto elegante nella conduzione palla nonostante un fisico ben strutturato (189 cm per 84 kg). Non trova sempre la giusta cattiveria o incisività quando  al limite dell’area, a difesa piazzata, c’è da trovare lo spunto per arrivare alla conclusione, ma all’interno dei 16 metri dell’area di rigore sa cogliere le occasioni e andare in gol con entrambi i piedi, oltre a garantire un buon fiuto per la rete attraverso le vie aeree: principalmente su cross che arrivano dai vertici dell’area di rigore, piuttosto che dal fondo. Nonostante palla al piede non sia sempre perfetto e attento nel proteggerla, è un attaccante che in fase di non possesso è bravo nel portare la pressione sui difensori avversari, che non si risparmia, e che lotta nella riconquista del pallone nel terzo offensivo di campo.

Morata esulta con la maglia dell’Atletico Madrid.

A proposito di quest’ultimo principio molto caro ad Andrea Pirlo, come si incastra Morate nella nuova Juve?

Lo spagnolo va indubbiamente a rimpolpare le scelte offensive di un reparto avanzato già composto da un giocatore da cifre realizzative impressionanti (Ronaldo), uno di estrema qualità (Dybala) e da quest’anno anche da un giocatore che abbina tecnica e sacrificio in maniera significativa (Kulusevski), oltre chiaramente a Douglas Costa, Bernardeschi e tra qualche giorno magari anche il jolly Federico Chiesa.

Immaginarsi Morata punta centrale titolare e inamovibile, per questo, sembra abbastanza improbabile. L’impressione è, vista per esempio la gara con la Roma e le tante partite ravvicinate in cui la Juventus dovrà scendere in campo, Alvaro sarà un carta importante per alternare le forze d’attacco, tanto dal primo minuto quanto a gara in corso, magari alternandosi spesso con Dybala, l’altro che più di tutti può ricoprire la posizione centrale d’attacco.

Ma nel 3-4-1-2 di Pirlo in fase di possesso, Morata avendo la possibilità di saper spaziare sia a destra che a sinistra, può essere anche una soluzione alternativa quando Ronaldo non sarà impiegato: magari con lo svedese Kulusevski nella posizione di trequartista, e Paulo Dybala a far coppia con lo spagnolo davanti.

Morata cerca di scappare alla pressione di Kumbulla e Spinazzola, defilato sul fronte offensivo destro, nell’ultimo match tra Roma e Juventus.

Oltre a tutto ciò c’è anche la possibilità di vedere, magari più spesso a gara in corso o contro determinati avversari, un tridente con tutti e tre gli uomini di maggior status europeo del fronte offensivo bianconero: per esempio in un 3-4-3 abbastanza puro con Morata al centro e Ronaldo/Dybala rispettivamente alla sua sinistra e alla sua destra, magari quando lo stesso giovane Kulusevski non sarà al 100% della condizione. Se vogliamo, un po’ la situazione che si presentava lo scorso anno con Gonzanlo Higuain nel parco attaccanti al posto del centravanti spagnolo. Considerazione che ci fa affermare abbastanza fortemente che,  – un bene o un male che sia – rispetto a Suarez e Dzeko, Morata non va a stravolgere le gerarchie nell’attacco bianconero, quanto più a confermarle e tenere alto il livello medio senza necessariamente essere impiegato sempre dall’inizio.

Subito il confronto che ha presentato davanti l’obiettivo di Pirlo e la soluzione alternativa Alvaro Morata, nel match tra giallorossi e bianconeri terminato 2-2 lo scorso week-end.

L’altro fattore positivo di Morata rispetto ai due obiettivi più navigati è sicuramente dettato dall’età (27 anni, classe ’92), perché il nazionale spagnolo vivrà in bianconero i due anni probabilmente prime nella carriera di un attaccante, arrivando dopo il biennio di prestito in bianconero all’età di 29 anni, verosimilmente con un valore ancora significativo sia sul campo che sul mercato.

Rispetto a soluzioni che avrebbero sicuramente garantito un maggior valore aggiunto nell’immediato, nel complesso la virata su Morata è da considerarsi alternativa ma, contrariamente per esempio alla ventilata pista che avrebbe portato a Olivier Giroud, non di ripiego. La fame di Morata di ritornare ai livelli raggiunti cinque anni fa con la maglia bianconera e le caratteristiche adatte per inserirsi nel nuovo calcio proposto dal suo ex compagno Andrea Pirlo, dovranno ora confermarlo sul terreno di gioco.